La foce di un fiume, cioè il punto in cui le sue acque si immettono nel mare, può essere di due tipi: a delta o ad estuario. Quale è la differenza?
Foce a delta
Si dice foce a delta quando le acque del fiume si dividono in due o più rami ed assumono la caratteristica forma triangolare che ricorda appunto la lettera delta “Δ” dell’alfabeto greco.

La foce “a delta” si forma quando l’azione erosiva del mare (specialmente se poco profondo) non ha forza a sufficienza per riuscire a portare via i sedimenti trasportati dal fiume.
In questo modo, tutto ciò che arriva a valle attraverso il fiume (sabbia, terra, rocce, alberi, arbusti e detriti di ogni genere) si deposita in prossimità della foce ostacolando il percorso del fiume verso il mare che perciò tenderà a trovare nuovi sbocchi dividendosi in più rami.
Tra i fiumi più conosciuti con una foce a delta ci sono il Po, il Danubio, il Nilo, la Lena, il Gange ed il Mississippi.
Foce ad estuario
La foce ad estuario (termine che deriva dal latino e significa “luogo dove le acque sono agitate”) è costituita invece da un solo ramo.
La forza del mare, in questo caso, è sufficiente da liberare subito la foce dai sedimenti del fiume che può sfociare liberamente compiendo una tragitto quasi diritto.

Con il tempo, il mare allarga sempre di più la foce fino a conferirgli una forma simile a quella di un imbuto.
La foce ad estuario è tipica dei fiumi che sfociano negli oceani.
Tra i fiumi con una foce ad estuario ci sono la Senna, il Congo, il Rio delle Amazzoni, il Tamigi e il Tevere.
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